Questo articolo Vogliamo parlare della birra doppia malto sulla quale negli ultimi anni si sono detti e si sono sviluppati tanti falsi miti, soprattutto per via di informazioni molto superficiali che si trovano su Internet :mentre è molto importante evitare di fare degli errori.
Ma soprattutto è importante in questi casi non essere superficiali perché sappiamo come la birra sia un patrimonio anche del nostro paese.
Per esempio alcuni dicono che la birra è così chiamata a doppio malto non esiste: però questo rischia di aumentare ancora di più la confusione invece che di ridurla soprattutto per quei neofiti che sicuramente su molte bottiglie troveranno scritte queste etichette:ecco perchè in questo senso è bene essere chiari e tornare su questo argomento.
Diciamo che l’espressione doppio malto è stata introdotta dalla legge di riferimento in Italia per la birra e c’è quella che risale al 16 agosto del 1962 e quindi è abbastanza vecchia.
Secondo questa legge tra le altre cose la definizione doppio malto vale solo per birre che hanno un tasso alcolico superiore a 3,5 m e con un grado Plato pari o superiore a 14,5.
” Si tratta di birre che sulla carta sono molto forti e la loro distinzione legislativa ovviamente è collegata alla tassazione perché in Italia più una birra è alcolica e più bisognerà pagare un’imposta alta per metterla in commercio.
Ma secondo gli esperti questa espressione a doppio malto è stata introdotta in maniera arbitraria dal legislatore. Ma anche in maniera fuorviante però è diventata di pubblico dominio.
altri chiarimenti sull’argomento
Quindi possiamo dire che l’espressione dopo in alto è stata sicuramente trapiantato alimentando molto confusione perché infatti ancora oggi per colpa di questa scorretta comunicazione molte persone ordinano al pub una birra ambrata doppio malto pensando che è molto alcolica ma in realtà si fanno due errori in questi casi perché innanzitutto bisogna parlare del colore che secondo una credenza diffusa non dipenderebbe dal contenuto alcolico.
Mentre in realtà il colore dipende quasi esclusivamente dai malti utilizzati perché per esempio le Stout sono scure in quanto realizzate con Malti torrefatti e non perché sono molto forti: infatti non supereranno il 4,5%.
Un’altra cosa da dire è relativa al contenuto alcolico nel senso che una birra chiamata a doppio malto non per forza è molto alcolica nel senso che il grado Plato non indica il tasso di alcol finale.
Infatti si tratta semplicemente di un’unità di misura che indicherà la quantità di zuccheri presenti nel mosto :quindi solo in base all’efficienza con la quale sono metabolizzate dei lieviti si otterrà il tasso di alcol finale il quale potrebbe derivare infine dal mato utilizzato cioè perché dipenderà se è più o meno vorace e da altri parametri che entrano in gioco quando c’è il processo di produzione.
Quindi possiamo benissimo trovare birra doppio malto con il 5% oltre che bisognerebbe specificare che non è stato aggiunto il doppio del malto oppure che la ricetta prevede due malti invece che uno.
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